Alessandra Mastronardi: potevo essere disoccupata

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  1. annachiara234
     
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    Perché è giovane, donna e del Sud: le tre categorie per cui, secondo l’Istat, il lavoro è un miraggio. Lei invece recita per Allen. E ora che il suo film sta per uscire, dice: “Diamoci una sveglia, cambiare le cose tocca a noi”
    di Federica Furino - foto Alessio Bolzoni
    Il sorriso: è la prima cosa che ti colpisce, e quella che magnetizza l’attenzione per tutto il tempo. Sarà per quel neo, sospeso a metà tra naso e bocca. O forse perché, da psicologa (mancata) quale è, Alessandra Mastronardi da Napoli, professione attrice, ha imparato che chi sa ridere è padrone del mondo e di tutte le sue vie di fuga. In realtà la ex brava ragazza dei Cesaroni, di ridere al momento ha alcuni buoni motivi. Tra cui: un ruolo («Io e Alessandro Tiberi siamo due sposini provincialotti che vanno a Roma e si trovano coinvolti in un gioco degli equivoci») nel prossimo film di Woody Allen To Rome with love (nelle sale italiane dal 20 aprile), un ruolo da protagonista nella serie tv Rai sul Titanic (Titanic - Blood and steel, dal 22 aprile su RaiUno). E, last but not least, un nuovo amore e una convivenza («a distanza») appena iniziata.
    È il suo momento.
    mi ha fatto vedere la foto del figlio. Non potevo crederci. Ho persino chiamato mia madre, quel giorno. E sa cosa mi ha risposto la perfida?
    Cosa?
    «Alessa’, e allora?».
    Scommetto che però qualche invidia se l’è tirata dietro.
    Per il mio amico Matteo Branciamore è stato un colpo. Ai tempi dei Cesaroni, il nostro tormentone era: «Dio mio quando ascolto troppo Wagner mi vien voglia di invadere la Polonia». Parlavamo usando le battute dei film di Allen.
    Appunto.
    Un idolo, un maestro, un mito vivente costantemente in imbarazzo. All’inizio, non riesce a guardarti negli occhi più di due secondi. Se ne sta lì, zitto, con lo sguardi fisso a terra.
    E lei?
    Morta di imbarazzo. Sono riuscita a dirgli solo: «Buongiorno».
    Un tormento.
    Poi piano piano si è sciolto. Con noi, con la troupe e pure con i romani che si fermavano ai semafori gridando «A’ Woody!». Una volta si è girato verso di me e mi ha chiesto: «Ma perché questa gente mi guarda?».
    Era solo?
    C’era la sorella, che è la sua produttrice. E all’inizio delle riprese, tutta la sua famiglia: i nipoti e anche la moglie.
    E l’immancabile clarinetto.
    Per tutte le riprese ha fatto concerti sulla terrazza dell’albergo o in qualche bar. Gli ho fatto un video sulla mia macchina fotografica che conserverò per il resto della vita.
    Altre testimonianze?
    Solo una foto, ma presa da dietro. Non volevo fare la parte della sfigata che gli chiede la foto pure lei. Ho scattato mentre era di spalle con la testa bassa e la cuffia con su scritto Woody.
    E adesso che ne sarà di lei?
    Ho i piedi a terra. Non credo che questo film mi apra le porte del paradiso. Anche perché recitiamo in italiano. Gli americani ci vedranno con i sottotitoli.
    Un omaggio all’Italia?
    Un po’ di respiro internazionale tocca anche a noi. E poi anche Obama ha parlato di Monti. Esportiamola l’Italia, facciamola uscire un po’. Basta con questo pregiudizio latente che sento tutte le volte che vado all’estero. È la colpa dei padri che ci perseguita. Diamoci una sveglia, cambiare le cose tocca a noi.
    E i giovani?
    Messi male.
    Stando all’Istat quelle messe peggio sono le giovani donne del Sud.
    Io sono di Napoli, sono donna e ho 26 anni. Sto in tutte le categorie a rischio. Se non fossi riuscita a fare l’attrice, oggi probabilmente sarei disoccupata. O farei come la mia migliore amica che è laureata in Lettere con 110 e lode e da due anni vaga. Manda curricula, fa concorsi, e per campare fa la commessa.
    Anche di attori ce ne sono parecchi disoccupati.
    Io ho avuto fortuna. Ma qui in Italia nessuno pensa che far l’attore sia un lavoro vero. Sei legittimato a scrivere sulla carta di identità «professione attore» solo se hai fatto un film o una fiction.
    Lei quando l’ha scritto?
    Tardi. All’inizio avevo «studente».
    Eppure recita da quando aveva 12 anni, a 19 era nei Cesaroni.
    Sì, ma io non ho fatto scuole di recitazione e ho sempre avuto paura di offendere quelli che facevano questo mestiere con il sudore della fronte. Mi sembrava sempre di portar via il posto a qualcuno che lo meritava più di me. Poi a un certo punto ho detto: «Basta, è il mio lavoro, lo faccio con la passione e i sacrifici di tutti». Ho rifatto la carta d’identità, ci ho messo una foto nuova e ho scritto: «attrice».
    Altri rimpianti?

    Altri rimpianti?
    L’università. Mi sono iscritta a Psicologia ma, dopo un anno ho lasciato. Ci ho riprovato con Lettere ma anche lì è durata poco.
    Il viceministro dell’Economia, Michel Martone, le darebbe della sfigata.
    La mia vita è andata veloce e non le sono stata dietro.
    Lei segue la politica?
    Un pochino.
    Da che parte sta?
    Quando è caduto Berlusconi, ero in piazza. Ho anche le prove. Un video con il cellulare. Faceva quasi pena, poveretto.
    Ad Arcore non c’è mai andata?
    Non mi hanno mai invitata. Forse conoscevano il mio pensiero politico. Comunque non che sia sta femme fatale. Come diceva la Littizzetto, sono un prodotto di nicchia.
    Esagera.
    No, è così. E poi i compromessi riesco ad accettarli più nell’amore che nel lavoro.
    Quali compromessi?
    Quelli con me stessa. Da poco convivo con un ragazzo, non italiano. Per come sono fatta, rinunciare alla mia libertà e ai miei spazi, è stato un enorme compromesso.
    Come procede?
    Bene. Ci completiamo. Io sono disordinata, lui l’opposto. Lascio il delirio in casa, torno e trovo tutto a posto.
    È disordinata?
    Sì, ma ho un ordine logico in cui trovo tutto. Per dire: non vado mai a cercare le cose nei cassetti. Ma sono così in tutto: faccio voli pindarici e non vedo la via più semplice che sta davanti a me. Sono dell’Acquario: se non mi complico la vita, mi annoio.
    Crede all’astrologia?
    Prendo quello che mi conviene. La mia amica che fa le carte e gli oroscopi dice che sono un mix allucinante, in continua contraddizione con me stessa.
    E con gli uomini?
    Anche. Alle medie e al liceo avevo cento fidanzati, poi sono diventata una monogama seriale. Ricordo che il padre di una mia amica al ginnasio in macchina, mentre parlavo dei miei mille amori, disse: «Hai bisogno di uno che ti leghi senza fartene accorgere». Verissimo.
    Si sposa?
    Per ora no. Ma mi piacerebbe da morire. È la favola che si corona.
    Romantica?
    Da Titanic.
    Come Rose?
    Scherza? Quella è una traditrice: se ne resta sulla zatterina e lascia morire assiderato il povero Di Caprio. Io faccio mille sacrifici per l’uomo che amo, dalla zattera piuttosto scendo io.
    Tre settimane fa, nella Certosa di Parma si è fatta vedere nuda sul set per la prima volta.
    Non ero nuda. Si è visto un po’ il seno e si è scatenato l’inferno. Ti spogli due minuti su un film di quattro ore e di quello si parla. È l’immagine della nostra Italietta che cavalca la pruderie per trovare il torbido ovunque.
    Margareth Madè ha appena fatto il calendario Pirelli.
    È fatto da grandi artisti, ma io non me la sentirei.
    Di che vive Alessandra Mastronardi?
    Dei pranzi con gli amici, della famiglia, del tè con la migliore amica. Ho bisogno di separare la mia vita dal mio mestiere: se posso, sul set ci vado con la mia macchina.
    Con i Cesaroni è diventata famosa molto presto.
    La fama è un’arma a doppio taglio. Ti serve perché non esistono attori senza pubblico. Ma c’è anche la signora che non si rende conto che non sono nello schermo della tv ma davanti a lei, e ad alta voce dice: «Ma è una nana!». O quando prendo la metro ci sono persone che mi riconoscono e iniziano a parlottare. Poi il parlottio si fa beffa e da beffa diventa insulto.
    Invidie?
    Molte. Ma le schivo. Tengo solo le persone risolte.
    Lei lo è?
    Risolta a 26 anni? Spero di no. Ma vedo la mia strada davanti a me.
    Chi si porta alla prima del film di Woody Allen?
    Mia nonna napoletana, mia mamma, mio papà e mia zia. Mi porto loro al posto dei cornetti antisfiga.
    DA WOODY AL TITANIC
    Il periodo, per Alessandra Mastronardi, è di quelli da ricordare. Mentre nelle sale italiane arriva il film di Woody Allen To Rome with love
    (il 20 aprile), RaiUno manda in onda dal 22 aprile la serie tv Titanic - Blood and steel, con Derek Jacobi, Billy Carter, Massimo Ghini, Edoardo Lei. Alessandra è Sofia Silvestri, la protagonista: un’emigrata italiana che vorrebbe cercare fortuna in America. Una storia dedicata non al naufragio del transatlantico, ma alla sua costruizione in Irlanda, a Belfast e costata la vita a 105 persone. «Un romanzone di sei puntate», spiega la Mastronardi «fatto di lotte civili, contrasti tra cattolici e protestanti, le prime suffragette, i primi scioperi. Salpa, ma non arriviamo al naufragio. Non è la storia di Jack e Rose».


    FONTE GIOIA

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  2. manboy89
     
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    Beh, direi che la ragazza ne ha fatta di strada, ma se lo merita ;)
     
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  3. Nanna*94
     
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    complimenti ad Alessandra e imboccalupo per questo nuovo film ;) si se lo merita anche secondo me ;)

    ps: le foto sono bellissimeeeeeeee *-*
     
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    Alessandra Mastronardi senza veli nel film con Scamarcio
     
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